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domenica 5 novembre 2017

manco fossi Richard Gere



questa foto non va bene per il libro


Vogliono una foto. Una foto da mettere sulla copertina. Ho inviato delle foto tessera, mi hanno risposto di inviare quelle vere e non gli scherzi. 

E pensare che le avevo cercate con cura tra quelle che uso comunemente.

Così sono andato da un fotografo vero, uno di quelli con lo studio fotografico, non l'amico che chiami a fare gratis le foto alle cerimonie.

Sono stato chiamato anch'io una volta. Mia nipote Vale aveva la cresima, io una Canon 505 reflex.

Alla sua cresima ho fatto i primi trentasette scatti. Poi ho capito che c'era qualcosa che non andava, avevo messo una pellicola da ventiquattro pose e non potevo avere fatto trentasette scatti. Infatti la pellicola non si era agganciata, ma ormai la cerimonia era finita.

Ho dovuto chiedere al prete ed ai chierichetti se aspettavano che dovevo rifare le foto. Mia nipote si è messa in posa assieme ai genitori. 

Nella foto si vede ancora lo sguardo assassino che mi rivolge mio fratello.

Prima che inventassero i selfie le foto si facevano con le reflex e l'autoscatto. Non si stampavano, si facevano diapositive che poi proiettavi sul telo con gli amici. Perdevi metà serata a girare quelle storte e a disincagliare quelle che si incastravano.

Ho in soffitta una valigia piena di attimi rubati al tempo, che il tempo si sta riprendendo un poco alla volta. Non credo di essere l'unico. 

Faccio parte della generazione in bianco e nero, quella che poteva scegliere solo sulla scala di grigi. La generazione della foto di te bambino nudo sul lettone, dove tutti poi ci pisciavano durante lo scatto.



                                                   ultimo pezzo di copertina
                                              
                                         se vuoi puoi comporre il puzzle e vederla


Quindi sono entrato nello studio fotografico. C'era addirittura il set, teli bianchi ovunque e uno sgabello, fari davanti e dietro.

Mi era stato detto di portare vari tipi di vestiti, camicie, magliette, cappelli, giacche e altro.

Non ho un armadio così fornito, ho portato quello che potevo. 

Aperta la valigia il fotografo ha guardato con occhi tristi i vestiti e scelto due camice e i cappelli.

"Ma tu li indossi questi cappelli?" " sì" " davvero?". Io porto i cappelli, specie d'inverno o con la pioggia. Sul fuoco metto sempre le pentole con i coperchi, così anch'io giro col coperchio, sto più caldo. 

Cominciamo con gli scatti. 

"Siediti, alzati, muoviti, cambiati, con il cappello, senza cappello, con la camicia, senza camicia, con le mani, senza mani, tira la camicia, chiudi la bocca, piega le orecchie, sorridi, parla, piangi, ridi, cammina, siediti, alzati, guarda su, giù, fuori, dentro"




Un'ora di scatti, poi ci siamo fermati. Mi ha detto che forse verranno sviluppate dieci foto adeguate.

Le girerò a Kate e vedremo cosa sceglierà.

Sto pensando che posso dormire tranquillo, in caso di precoce dipartita, ho del buon materiale da dare al beccamorti.


Ovviamente non sarò io a darlo.



Ho creato una pagina facebook per dare informazioni riguardo la pubblicazione del libro ed altri eventi ad esso collegati, puoi dare mi piace , mi farebbe piacere. Grazie

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