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sabato 18 novembre 2017

ANSIA



Xanax, Lexotan, Tavor, En, Ansiolin, Rivotril, Aprazolam, Lorazepam, Diazepam e tutte le benzodiazepine in genere sono ansiolitici, e non li ho mai usati, finora.

Nel mio ruolo di regista cerco di gestire l'ansia che provoca una prima teatrale per gli attori, ma io sto al sicuro, non salgo sul palco e un'idea di come andrà la prima ce l’ho.

Ma questo è un libro e ci metto la faccia, è stampata sull’aletta della quarta di copertina, hai voglia a nasconderti col cappello, non puoi.

Allora scopro l'ansia e sogno un Teatro Lux vuoto.

Immagino che i dieci scatoloni di libri consegnati dal corriere finiranno nel magazzino delle cose sbagliate. Mi viene in mente la fine del film I predatori dell'Arca Perduta: dove portavano la cassa con l’Arca dell’Alleanza, da qualche parte lì in mezzo ho visto i miei 10 scatoloni.

Per fortuna ci sono gli amici, quelli che hanno già letto il libro, che mi incoraggiano; ho chiesto loro un parere.
Qualcuno di simpatico ha pensato di inviarmi una foto esplicativa dimostrando grande capacità di sintesi.

A proposito, mi farebbe piacere ricevere le vostre opinioni: potete scrivermi all’indirizzo email stampato nel libro o collegarvi alla pagina Facebook «ALLUXINATI».

Giovedì mi ha chiamato una giornalista per intervistarmi. Ha fatto domande che mi hanno costretto a riflettere, anche sul perché scrivo. Pensandoci ho scoperto che è una mia necessità, una finestra nella mente da aprire su praterie di parole da cogliere ed incasellare per costruire una storia. Una specie di scrittore «en plein air» che invece del pennello pigia sulla tastiera.


È sempre piacevole farsi intervistare, ed è un poco emozionante. Si è tesi all’inizio, poi le domande ti aiutano a spiegare l’origine del progetto, il motivo per cui lo hai fatto. Quindi ti rilassi e magari dici cose che non andrebbero dette, informazioni su chi ha fatto cosa e che sarebbe meglio tacere. Così ti ritrovi alla fine dell’intervista a supplicare l’astuta giornalista di non scrivere notizie che andrebbero taciute. Intanto rimani col dubbio fino a martedì quando uscirà il Giornale di Vicenza e, nelle pagine dell’inserto Tam Tam,  potrai scoprire se le tue suppliche hanno impietosito la giornalista.





C’è stata una chiacchierata anche con l’editore, sulla questione del prezzo. Volevo un costo più basso possibile, dai 16 € proposti sono riuscito ad arrivare ai 14 €.
«Meno non si può, ne rimette anche il valore del tuo lavoro, rischi di svalutarlo». «Allora vada per i 14» «Procurati moneta per il resto»

Non ci avevo pensato.

Quindi vi prego: chi intende esserci e ha voglia di comprare il libro si attrezzi con la moneta.
Il libro sarà disponibile da subito alla cassa, poi dicono che dovrò fare delle dediche e gli autografi. Mi viene da ridere a giocare all’autore che fa autografi.

Una mia compagna delle elementari vuole che firmi con la sinistra, vuole una scrittura incerta da fanciullo, come mi ricorda.

Non sa che anche se scrivessi con la destra la scrittura risulterebbe lo stesso incerta. Non ho mai smesso di essere un bambino e non credo che siamo fatti a strati come il pasticcio.

Prima uno strato bambino, poi ragazzo, uomo, vecchio, no, non sono fatto così, non sono un uomo pasticcio, sono piuttosto un uomo minestrone dove, a frugare, trovi i pezzi che servono, il bambino o il vecchio.


Venerdì 24 Novembre è alle porte, le porte del Cinema Teatro Lux in questo caso. Ci sono 372 posti a sedere, mi sembra impossibile che tutti saranno occupati ma spero che, per chi verrà, sia una serata da ricordare, e spero che l’ansia svanisca. Sono certo che svanirà a contatto con il Lux, che per tanto tempo mi ha accolto.



Ovvio, spero che ci troveremo in molti. 

Purtroppo so già che tra i tanti un mio caro amico non potrà esserci, ha avuto un impegno imprevisto e non desiderato, ha dovuto partire senza neanche il tempo per salutarci.

Pazienza, so che non è stata colpa sua.



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