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domenica 8 ottobre 2017

Alcune parole che non ho scritto

                                                   


                                             pezzo di copertina

Alcune cose, nel libro che uscira', non sono state scritte.
Per vari motivi: autocensura; dimenticanze, velate minacce.

Tacerò le storie censurate, sarebbero inopportune e urterebbero la sensibilità di alcuni.
Alcune cose cassate per minacce non le racconterò, per evitare vendette.
Tra queste la storia di un sacco a pelo perduto in un parco a Parigi, affogato nella bruma fangosa dopo essere stato alcova per qualcuno del gruppo e mai più restituito all’ignaro proprietario.


Alcune altre dimenticate, o meglio ricordate troppo tardi, posso accennarle qui.
L’addio al celibato nel piazzale di Monte Berico.
Quella notte d’estate giocammo a calcetto sparando pallonate e gridando, fino a quando uno di noi si arrampicò nel pennone più alto per guardare il panorama. Tutti si zittirono, lasciando rotolare il pallone calciato dal futuro sposo con l’inguine depilato, come da tradizione.
Qualcuno andò a riprendere la palla e scoprì un panorama più interessante dentro un’auto appartata in prossimità di una fontanella.
Accanto all'unica fontanella del grande piazzale era parcheggiata, discreta, un’auto, con a bordo una coppia. Tutti accorsero per la foto ricordo dell’addio al celibato con sfondo di giovani amanti. Le nostre intenzioni erano innocue, ma lo sapevamo solo noi.
Lei, nuda, cercava di coprirsi e difendersi dai nostri sguardi. Lui spavaldo ci spiazzò tutti: uscì nudo, ci salutò e con indifferenza si diresse alla fontanella, non per bere, ma per lavarsi. Ci distrasse quel tanto che bastò alla fanciulla per rivestirsi. Molto astuto.

Probabilmente i frati, o le suore, chiamarono la polizia che arrivò in due pattuglie, senza sirene, solo con i lampeggianti.
Arrivarono un attimo dopo che i due giovani si erano allontanati applauditi da tutti noi. I poliziotti ci chiesero i documenti, videro il pallone, capirono la situazione e se ne andarono convinti che in fondo fossimo innocui.

Ci invitarono ad andare a casa, oppure via da lì, ma soprattutto a non fare cretinate pericolose. Non si accorsero del pazzo sul pennone, precursore dell’uomo ragno. Aspettammo la sua discesa, poi lo depilammo in silenzio per punizione.

Non fu però l’unica arrampicata del gruppo. La più famosa avvenne in occasione della ristrutturazione del campanile del nostro paese. 




Qualcuno, un sabato notte, salì fino alla fine dell’impalcatura. Alla mattina iniziarono le messe e i fedeli notarono con sorpresa una grande bandiera dei pirati sventolare sulla punta del campanile trasformato nel pennone di una fantastica galera.

Altra storiella tralasciata per dimenticanza fu quella del viaggio a Busto Arsizio in Fiat 700 per conoscere Mani Tese. Viaggio lungo, che richiese pazienza e tappe forzate a causa di un intenso odore di pecorino rancido.

La Fiat 127 veniva usata per trasportare i prodotti da vendere nel negozio del papà di uno di noi e una piccola forma di pecorino si era persa. Nel lungo viaggio sotto il sole estivo, quando ancora non esistevano i condizionatori, il pecorino diede il meglio di sé.

E poi ci sarebbe da raccontare di un lampione che si spense al passaggio di un’auto mentre noi stavamo per... Ma qui il rischio è troppo e mi fermo.

Ormai il libro è scritto e l’editor incombe, e per il momento tace.

...tace.




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