Alcune parole che non ho scritto
pezzo di copertina
Alcune cose, nel libro che uscira', non sono state scritte.
Per vari motivi: autocensura;
dimenticanze, velate minacce.
Tacerò le storie censurate, sarebbero inopportune
e urterebbero la sensibilità di alcuni.
Alcune cose cassate per minacce non le racconterò,
per evitare vendette.
Tra queste la storia di un sacco a pelo
perduto in un parco a Parigi, affogato nella bruma fangosa dopo essere stato
alcova per qualcuno del gruppo e mai più restituito all’ignaro proprietario.
Alcune altre dimenticate, o meglio
ricordate troppo tardi, posso accennarle qui.
L’addio al celibato nel piazzale di
Monte Berico.
Quella notte d’estate giocammo a
calcetto sparando pallonate e gridando, fino a quando uno di noi si arrampicò
nel pennone più alto per guardare il panorama. Tutti si zittirono, lasciando
rotolare il pallone calciato dal futuro sposo con l’inguine depilato, come da
tradizione.
Qualcuno andò a riprendere la palla e
scoprì un panorama più interessante dentro un’auto appartata in prossimità di
una fontanella.
Accanto all'unica fontanella del grande
piazzale era parcheggiata, discreta, un’auto, con a bordo una coppia. Tutti accorsero
per la foto ricordo dell’addio al celibato con sfondo di giovani amanti. Le
nostre intenzioni erano innocue, ma lo sapevamo solo noi.
Lei, nuda, cercava di coprirsi e
difendersi dai nostri sguardi. Lui spavaldo ci spiazzò tutti: uscì nudo, ci
salutò e con indifferenza si diresse alla fontanella, non per bere, ma per
lavarsi. Ci distrasse quel tanto che bastò alla fanciulla per rivestirsi. Molto
astuto.
Probabilmente i frati, o le suore,
chiamarono la polizia che arrivò in due pattuglie, senza sirene, solo con i
lampeggianti.
Arrivarono un attimo dopo che i due
giovani si erano allontanati applauditi da tutti noi. I poliziotti ci chiesero
i documenti, videro il pallone, capirono la situazione e se ne andarono convinti
che in fondo fossimo innocui.
Ci invitarono ad andare a casa, oppure
via da lì, ma soprattutto a non fare cretinate pericolose. Non si accorsero del
pazzo sul pennone, precursore dell’uomo ragno. Aspettammo la sua discesa, poi
lo depilammo in silenzio per punizione.
Non fu però l’unica arrampicata del
gruppo. La più famosa avvenne in occasione della ristrutturazione del campanile
del nostro paese.
Qualcuno, un sabato notte, salì fino alla fine
dell’impalcatura. Alla mattina iniziarono le messe e i fedeli notarono con
sorpresa una grande bandiera dei pirati sventolare sulla punta del campanile
trasformato nel pennone di una fantastica galera.
Altra storiella tralasciata per dimenticanza
fu quella del viaggio a Busto Arsizio in Fiat 700 per conoscere Mani Tese.
Viaggio lungo, che richiese pazienza e tappe forzate a causa di un intenso
odore di pecorino rancido.
La Fiat 127 veniva usata per trasportare
i prodotti da vendere nel negozio del papà di uno di noi e una piccola forma di
pecorino si era persa. Nel lungo viaggio sotto il sole estivo, quando ancora
non esistevano i condizionatori, il pecorino diede il meglio di sé.
E poi ci sarebbe da raccontare di un
lampione che si spense al passaggio di un’auto mentre noi stavamo per... Ma qui il rischio è troppo e mi fermo.
Ormai il libro è scritto e l’editor
incombe, e per il momento tace.
...tace.
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